mercoledì 15 febbraio 2012

Le mani libere sulla città

Mani libere, questo è in estrema sintesi il programma della Giunta Dussin che porta in Consiglio Comunale venerdì 17 p.v. la variante al PRG, Piano Regolatore Generale, per modificare le norme tecniche di attuazione.
Poi porterà il PAT, Piano di Assetto del Territorio, con le stesse premesse e gli stessi criteri, stando a quanto anticipa il sindaco sulla stampa.
Con questa delibera, contrariamente a quanto dichiara, il sindaco non toglie un solo metro cubo di edificabilità all’attuale PRG che era stato adottato in base a studi approfonditi, durati sette anni, in un momento storico di crescita per il territorio. Quello che cambia è il “dove” si può costruire. Gli amministratori possono cioè decidere di spostare le aree edificabili da una zona all’altra del Comune, con accordi pubblico privato, senza criteri oggettivi ma semplicemente in base a una valutazione discrezionale di opportunità. Che cosa può significare tutto questo se non le “mani libere” per spostare zone edificabili ovunque?
Del resto la Lega ha già fatto ancora di più quando ha cambiato il verde pubblico di via Abruzzo in area edificabile e si è venduta gli orti di quartiere. Quindi di che cosa stupirci?
Buttati nel cestino tutti gli studi del professor  Franco Posocco, del professor Ferruccio Bresolin, del professor Paolo Feltrin sullo sviluppo coerente della città, nel rispetto delle sue potenzialità, della sua struttura policentrica, del ruolo delle frazioni, della storia e della geografia dei luoghi.
E mani libere anche su accordi con i proprietari delle aree destinate ai nuovi quartieri – le zone C2 – senza criteri a garanzia dell’interesse del Comune e di tutti i cittadini. Questa è l’amara realtà, altro che bocciare i piani urbanistici dell’amministrazione Gomierato!
Sulle zone industriali non entro, tali erano e tali restano anche per Dussin, sia nell’estensione che nelle ipotesi di utilizzo progressivo, quindi sballate proprio per niente!
Nei 10 anni dell’amministrazione della Lista Civica ”Vivere Castelfranco”, la città ha vissuto in realtà uno sviluppo urbano ordinato e misurato, le concessioni edilizie hanno interessato quasi esclusivamente piani di recupero di zone già edificate, degradate o abbandonate, ed è stato Castelfranco il Comune dove –  fra il 2000 e il 2009 – meno si è costruito in provincia di Treviso: basta andare a vedere gli studi della Provincia che vedono Vedelago a +24%,  Resana a +27.5%,  Castello di Godego +20.2%,  Riese +21.5%,              Altivole +24.1%,  Loria +18.4%,  Montebelluna +15.6%,  Treviso +10.2%,  Castelfranco Veneto +9.5%.
La matematica non è un’opinione, dicono, i premi che abbiamo ricevuto sono premi, i numeri sono numeri, le manipolazioni sono manipolazioni: la Lega continua a manipolare la realtà e a imbrogliare le carte e intanto la Città è sempre più spenta e sempre più sporca.
Maria Gomierato
Castelfranco Veneto, 14 02 2012

martedì 7 febbraio 2012

In Municipio non servono più i dirigenti !


La politica delle dismissioni, o delle epurazioni, continua. Un comune di quasi 35.000 abitanti, più di molti capoluoghi italiani, viene lasciato senza dirigenti da una giunta leghista che nessuno ormai capisce contro quale scoglio stia portando la nave a sbattere: Castelfranco Veneto come la Concordia!
Non si capisce quale politica vi sia dietro scelte di continua riduzione di patrimonio, di servizi, di gestione, e adesso anche di personale con funzione e responsabilità dirigenziale , che neppure la più perversa delle finanziarie si è sognata di chiedere. Un licenziamento senza giusta causa che non si capisce dove trovi legittimità: altro che articolo 18! E non si considera che la responsabilità di un Comune come il nostro, è grande sia verso i suoi cittadini sia verso le altre istituzioni: deve rispondere con competenza, professionalità ed assunzione di responsabilità di ogni atto e deliberazione. Adesso chi firma? Il segretario generale, unico dirigente rimasto, plenipotenziario del nostro comune, in part-time con Cortina?  Andiamo a vedere se Montebelluna, Vittorio Veneto, Conegliano, Oderzo, ma anche Cittadella o San Martino di Lupari rinunciano a figure dirigenziali a garanzia dei loro atti e del buon funzionamento della macchina comunale!
Conosco bene la professionalità e le competenze dei nostri “quadri”, i capisezione ai quali oggi vengono attribuiti compiti che dovrebbero essere dei dirigenti, ma i ruoli e le mansioni che hanno svolto finora già li caricavano ampiamente di lavoro e di responsabilità. Il nostro Comune infatti, che nel 2000 – con meno di 30.000 abitanti – contava circa 250 dipendenti, nel 2010, con 34.000 abitanti, era dimagrito fino a meno di 180 dipendenti. Avevamo ridotto la spesa esternalizzando  servizi e bloccando i turn-over come imposto dai vari governi, pur aumentando le prestazioni in tutti i settori. Già quindi Castelfranco, che aveva un ruolo di coordinamento e di rilievo all’interno di enti e società partecipate sovra comunali, era talvolta in sofferenza proprio per la pressione che i tanti compiti istituzionali esercitavano sulla struttura oltre che su sindaco e assessori.
Adesso siamo in disarmo, si chiude, si vende, si licenzia : a quale destino di marginalità  stanno condannando la nostra città?
Gli altri Comuni della nostra provincia stanno elaborando programmi di coordinamento d’area e di gestione associata di servizi per sopperire a deficit di finanziamenti e a carenza di personale. E noi? Quale contributo saremo in grado di dare, quale leadership potremo esercitare, volendo cominciare a programmare anche una iniziativa minima con i Comuni della castellana? Con quali risorse umane facciamo ripartire, per esempio, quel tavolo dell’Intesa Programmatica d’Area che può portare finanziamenti regionali come quelli ricevuti per il “Sentiero degli Ezzelini” fra poco completato?
Già oggi arrivi in Municipio e c’è il coprifuoco, uffici chiusi, corridoi deserti, e sono passati appena due anni: che cosa sarà rimasto della nostra città – ieri piena di vita e di fermento – dopo 5 anni di questa “cura” leghista?  A chi giova questa deriva minimalista? A Castelfranco? Dov’è l’impegno del sindaco che doveva “ridare” ruolo alla città e che la sta invece inesorabilmente spogliando? Racconteremo ai nostri nipoti: “C’era una volta Castelfranco…?”
Castelfranco Veneto, 06 02 2012                                                   Maria Gomierato

sabato 4 febbraio 2012

Partiti e finanziamento pubblico


Di fronte all’ultimo scandalo in ordine di tempo, quello del furto del “rimborso elettorale” da parte del tesoriere del disciolto partito della Margherita, gli ex del partito si dichiarano ignari e “fregati”.
Eh no, signori miei, non siete stati fregati voi, siamo stati fregati noi cittadini contribuenti. Siamo stati fregati noi che abbiamo votato contro il finanziamento pubblico dei partiti che, uscito dalla porta, è entrato da un portone come rimborso elettorale: con un meccanismo perverso perché, di fatto, non rimborsa nulla, semplicemente distribuisce ai partiti i soldi dei contribuenti non sulla base di spese effettuate ma “à forfait”.
Il finanziamento viene assegnato infatti - sulla carta - per le spese elettorali,  sul calcolo di 1€ (2000£) per ogni voto preso, ma non a rimborso di spese documentate e rendicontate come dovrebbe essere quando si usa denaro pubblico. I partiti spendono quel che spendono e, dai dati che vengono resi noti in questi giorni, pare impegnino solo circa la metà dei fondi: e il resto? Bene, questo fiume di denaro non speso per i “compiti istituzionali” da queste associazioni private che sono i partiti, prende le strade più diverse: quelle del Canada, della Tanzania, degli immobili di pregio nei centri storici, degli acquisti di beni a titolo personale dei rappresentanti della “casta”… E’ una somma che si avvicina al miliardo di € solo negli ultimi anni.
Basta! Non è possibile essere ogni giorno spettatori di scandali, di corruzioni, di imbrogli che ci lasciano sempre più indignati e sempre più frustrati. Noi, cittadini normali, siamo chiamati soprattutto in questi anni ad accettare sacrifici pesanti e assistiamo, spettatori impotenti, al dilagare di uno sperpero e di un’arroganza senza più ritegno. Siamo stati fregati noi e, se non cambiano in fretta certe regole, moriremo vittime di una cura micidiale che però non sarà servita a risanare i conti dello Stato né a garantire servizi migliori.
E’ inutile che tirino la cinghia le famiglie e le imprese, se chi è nella stanza dei bottoni non tappa le falle, se non chiude rubinetti di una spesa non solo abnorme ma perversa, perché va ad alimentare il malaffare ed è manna per disonesti, corrotti e profittatori! Gente che non sarebbe degna di sedere neanche nella più piccola associazione e che invece siede indegnamente sugli scranni che furono dei Padri Costituenti. C’è un’emergenza etica e morale nella politica.
Chi ha compiti istituzionali e crede ancora  che le regole siano necessarie in una società civile e in un sistema democratico, le faccia rispettare quando sono corrette ma, se le regole si mostrano inefficaci o sbagliate come quella del “rimborso elettorale”, solo per citare l’ultimo “incidente”, allora le faccia cambiare. I nostri rappresentanti eletti sono là per questo, e sono pagati profumatamente: allora al lavoro subito, se vogliamo salvare questo simulacro di democrazia che ancora ci rimane!
 Maria Gomierato       
Castelfranco Veneto, 04 02 2012                                                           

giovedì 2 febbraio 2012

Conservatorio Steffani, storia di un patrimonio da non gettare al vento


Il Conservatorio Steffani nasce a Castelfranco Veneto negli anni ’70, grazie all’impegno e alla passione del Maestro Zambon. Trova la sua sede in Villa Barbarella, dentro le mura e dal 1975 il Teatro Accademico diventa il suo Auditorium grazie a un accordo col Comune.
La collocazione definitiva del Conservatorio, inizialmente prevista presso l’edificio dentro le mura denominato “Corte delle belle donne”, era stata ritenuta non idonea dal Ministero competente (anni ’80). Il Comune ha allora perseguito l’ipotesi di collocazione presso villa Bolasco (proprietà Università di Padova) ed erano stati avviati lavori di restauro e consolidamento dell’ala nord delle adiacenze (anni ’90). L’operazione era  stata però interrotta a causa dell’onerosità della stessa e della difficoltà a reperire nuovi  fondi.
Negli anni successivi però il Conservatorio cresce in allievi e in prestigio e oggi è considerato uno dei migliori del nostro Paese. Alla scuola di musica vengono allora assegnate in esclusiva – all’inizio degli anni 2000 - le aule della Scuola Media annessa al Conservatorio situate nelle adiacenze di Villa Barbarella e, nel 2004, anche tutti gli spazi del Chiostro dei Serviti: 20 aule restaurate e insonorizzate, con la Sala Zambon che viene adibita a prove e saggi.
il Comune persegue da quel momento l’obiettivo della collocazione di tutto il Conservatorio nel compendio di San Giacomo, programmando lavori di adeguamento per stralci di tutti gli edifici di proprietà comunale facenti parte di quell’ambito storico: Chiostro,  Chiesa di San Giacomo, Palazzetto Preti, Ex scuola elementare di via Riccati e Casa Pavan. Una ideale “Cittadella della musica” che ha visto impegnati anche studenti di architettura con le loro tesi di Laurea.
Con questo obiettivo, oltre al Chiostro, il Comune finora ha restaurato il Palazzetto Preti, che nei programmi dell’Amministrazione era visto come sede del Museo della Musica, e la Chiesa di san Giacomo, utilizzabile come Auditorium del Conservatorio, recuperata grazie anche al contributo del Lions Club e dell’Associazione per San Giacomo proprio per questa finalità anche culturale.
L’ex scuola elementare di via Riccati,attualmente in uso all’Alberghiero, può in prospettiva diventare il naturale completamento dello Steffani  perchè il PRG comunale ha previsto, in un’area adiacente alla sede storica del Maffioli,  la costruzione del blocco di aule necessarie all’accoglienza di tutti gli studenti dell’Istituto Alberghiero. Dipende ora dalla Provincia avviare la costruzione dell’immobile che permetterà di liberare quell’indispensabile edificio di via Riccati ad uso del Conservatorio stesso, insieme a Casa Pavan, adiacente al Chiostro, che potrà essere sia foresteria che sede amministrativa.
Oggi è la Provincia che può, investendo risorse  sugli edifici degli Istituti superiori che sono di sua competenza, risolvere i problemi  di spazio di un polo scolastico di grande importanza come quello castellano, e garantire un futuro degno a una realtà prestigiosa come il Conservatorio Steffani. Sta all’attuale Amministrazione comunale mettere in atto ogni iniziativa utile a questo scopo se ritiene che la cultura sia un valore per la nostra città e se non vuole mettere a rischio la nostra scuola di musica: l’allarme del Direttore Troncon non va ignorato.
C.Franco V.  03 02 2012                                                    Maria Gomierato

martedì 20 dicembre 2011

Sotto l'albero, una politica nuova.


Cosa possiamo augurarci di trovare sotto l’albero? “Le radici!” come argutamente sottolinea una vignetta che ho visto in questi giorni. E trovare le radici significa – per me -  tornare ai fondamentali del nostro vivere civile anche in una società complessa e “liquida”, come viene definita quella di oggi da sociologi e analisti.
Significa tornare ai valori della nostra storia e della nostra cultura, valori che hanno dato vita alle Istituzioni democratiche del nostro Paese e che soffrono oggi di spinte e pressioni che minacciano appunto dalle radici l’equilibrio e la stabilità della vita sociale.
Per fortuna è nella storia del nostro Paese anche la capacità di reagire con forza quando siamo in situazione di emergenza, di grave pericolo, in queste circostanze vediamo emergere le migliori energie, gli scatti d’orgoglio e il senso di responsabilità. L’abbiamo dimostrato molte volte, nei teatri di guerra, nei pericoli di deviazione delle istituzioni democratiche, nella lotta alla criminalità, nelle sfide alla nostra economia. Se messi alla prova, tiriamo fuori il meglio.
Anche oggi viviamo una vera emergenza, una crisi che coinvolge i Paesi del vecchio continente, che fa emergere le debolezze delle organizzazioni internazionali sia sul piano economico che politico e che mette a dura prova la tenuta del nostro sistema economico, con  gli effetti collaterali che vedono i nostri giorni riempirsi di spread, di deficit, di pil in picchiata e di cittadini sempre più disorientati e spaventati.
E i partiti?
Credo che questo sia il momento di prendere coscienza, in particolare i dirigenti, della enorme responsabilità che hanno avuto in questa fase della storia del Paese e della necessità di recuperare la bussola per tornare ad avere il ruolo che la democrazia assegna loro.
Con tangentopoli parevano aver toccato il fondo e invece, negli ultimi vent’anni, sono emerse situazioni di governo e sottogoverno truffaldino e corrotto che hanno minato dalle fondamenta la fiducia nelle istituzioni democratiche, nei partiti in particolare. 
Gli ultimi sondaggi di Renato Mannheimer danno infatti proprio i partiti all’ultimo posto nella scala della fiducia verso le Istituzioni: al primo posto le Forze dell’ordine, al secondo le Forze armate, al dodicesimo e ultimo i partiti con il 5-7% mentre il Parlamento è penultimo. E il 47% del campione è il sempre più forte partito di chi intende abbandonare il voto.
Nonostante questo, e nonostante l’affidamento in extremis del Paese a un Governo tecnico, in Parlamento non si vuol sentir parlare di tagli, di rinuncia a privilegi, di decurtazione di contributi e di prebende, di riduzione delle poltrone: il fondo per il finanziamento ai partiti non si tocca, i gruppi parlamentari che si sono  moltiplicati hanno tutti diritto ai loro uffici, ai loro collaboratori, ai loro contributi, ai loro vitalizi e il debito pubblico intanto sale, toccando vertici mai visti. Millenovecento  miliardi di Euro, una cifra che pesa ogni giorno sui costi del lavoro, sugli acquisti delle famiglie, sui prelievi fiscali ormai insopportabili.
Ma gli uomini di partito ancora mettono veti, lanciano proclami dai risvolti eversivi, ancora pretendono, ancora rinviano le scelte che comportano sacrifici anche per loro e continuano a sostenere interessi di categorie da sempre garantite ma molto utili in tempo di elezioni. Di più: sono in atto evidenti  manovre per portare l’esito di questa difficile fase al classico teorema di Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo e alla fine tutto resti come prima!
Nella situazione contingente, così grave, Monti è stato incaricato di fare le forzature, di chiedere agli italiani i sacrifici necessari a “salvare” l’Italia sotto attacco: gli italiani – di fondo - hanno accettato la strada dei sacrifici, del messaggio “ora o mai più”,  sperando di veder interrotta la spirale di una spesa fuori controllo, di vedere un taglio deciso a enti e istituzioni da sempre nelle agende dei governi - vedi le Province – di veder mettere un argine ai flussi di denaro che alimentano clientele e creano “dipendenza”. Invece i sacrifici per la casta sono rinviati a data da destinarsi, così come i tagli dei posti, delle poltrone, dei consigli di amministrazione dove piazzare amici e sodali. I partiti presenti in parlamento hanno risposto NO, preferiscono tenersi stretto il loro piatto di lenticchie oggi, che domani non si sa come andrà!...
Molti uomini di partito hanno dato davvero il peggio di sé e purtroppo questo è un grave pregiudizio alla vita di una democrazia, a un sistema come quello del nostro Paese che si fonda sulla rappresentanza parlamentare.
Ebbene, proprio perché - come sindaco - ho avuto la fortuna di governare per dieci anni con una Lista Civica una città come Castelfranco Veneto, quasi trentacinquemila abitanti,  fuori da logiche spartitorie, da ricatti o da riduttivi criteri di appartenenza, reputo necessario, per salvare il salvabile e per recuperare la fiducia nelle Istituzioni, un ritorno allo spirito delle Civiche, che nascono con l’obiettivo di servire le Città, i cittadini, le Istituzioni, attenti alle istanze del territorio, alla sua valorizzazione e al bene comune. Credo sia necessario recuperare, anche per questa via, lo scopo vero, originario dei partiti, nati per rappresentare democraticamente tutti i cittadini,  le loro istanze, gli ideali da perseguire, i valori da affermare e non per spartirsi potere, soldi  e poltrone.
Si può obiettare che un conto è governare una città e un conto governare a livello superiore, ma ciò di cui sono certa è che anche a livello nazionale è utile, se non necessario, assumere lo spirito delle Civiche che è spirito di servizio, di vicinanza alle persone, di attenzione al Paese reale, di risposta alle necessità vere, di impegno su obiettivi di interesse generale. E’ lo spirito che anima anche movimenti come Verso Nord a cui ho aderito proprio perché include, nei princìpi fondanti, i valori del civismo, della responsabilità, del rispetto per tutti i cittadini e per le risorse che essi mettono a disposizione del Paese.
Poter servire il proprio Paese e le sue Istituzioni è già di per sé un grande onore, ma interpretarlo nella massima onestà e trasparenza è diventata una necessità assoluta.
Come è necessario smontare  l’intercapedine che impedisce alla “casta” di sentire la voce vera del Paese, isolandola  in un mondo dove i problemi e le istanze arrivano filtrati da barriere invisibili ma resistentissime.
Confido che il professor Monti abbia aperto una strada nuova e che la persegua con gradualità ma con determinazione, superando condizionamenti e ostacoli, severo sulla spesa pubblica e coraggioso sulle misure utili alla crescita. Può essere un’occasione unica e irripetibile per tornare a parlare di futuro del nostro Paese con fiducia e non più solo con timore e trepidazione. Può essere un’occasione unica anche  per i nostri parlamentari, per dimostrare la loro volontà di servire disinteressatamente il Paese e tornare a recuperare stima e rispetto da parte dei cittadini che rappresentano.
Sotto l’albero, sarebbe un regalo stupendo, quasi un miracolo di Gesù Bambino!

Castelfranco Veneto, 18 12 2011                             Maria Gomierato, ex sindaco di Castelfranco Veneto

mercoledì 30 novembre 2011

Risposta al comitato frazionale di S.Andrea

"Il Presidente del Comitato Frazionale di S.Andrea, Roberto Stangherlin, chiede a chiunque abbia a cuore la sistemazione di Casa Barbarella di battere un colpo.
A questa sollecitazione non posso che rispondere "presente" conoscendo bene quanto sia significativo e, oserei dire necessario, che quel luogo sia riportato a vita nuova dando significato e lustro al cuore della nostra frazione.
La passata Amministrazione di Vivere Castelfranco non ha lesinato sforzi ed impegno per addivenire ad una sistemazione dell'area. Lo stanziamento a bilancio è stato di 975.000,00 euro,  e si è riusciti a dare il via ai lavori.
I soldi quindi ci sono, come ci sono sempre stati per tutte le altre opere pubbliche progettate da Vivere Castelfranco nel decennio di amministrazione della città. E non sarebbe potuto essere diversamente.
La variante sulla destinazione d'uso di Casa Barbarella proposta dall'attuale Amministrazione non mi ha stupito, ne ho preso atto ribadendo che tutta la responsabilità sul seguito dell'operazione andava comunque ascritta a loro (vedi verbali del Consiglio Comunale).
L'Amministrazione Dussin si assuma le sue responsabilità, provveda quindi ora e subito a risolvere il problema, senza cercare di scaricare le proprie colpe e inefficienze sugli altri, facendo ripartire al più presto i lavori e portando a termine l'opera velocemente.
E già che stiamo parlando di S.Andrea ricordo all'Amministrazione della Lega che ci sono ancora 250.000,00 euro già stanziati ed un progetto esecutivo relativo alla sitemazione della piazza, sempre approvato dall'Amministrazione Gomierato, che sarebbe ora di spendere, S.Andrea sta aspettando anche questo!"

Loris Stocco
Capogruppo di Vivere Castelfranco

lunedì 28 novembre 2011

Lettera aperta da Sindaco a Sindaco: chi governa si assuma le proprie responsabilità.

Caro collega Dussin, permettimi che ti parli da sindaco a sindaco, e sui giornali, visto che è l’unico posto dove ti troviamo: per favore vogliamo finirla con il metodo infantile: “E’ stato lui, è stata lei, è colpa sua…” e via di questo passo? Questo è un metodo che a me non è mai appartenuto e spero che non mi contagi mai, perché per me ognuno deve assumersi le sue responsabilità e vorrei qui precisare il concetto.
Quando tu ti sei candidato non venivi da Marte, sei sempre stato con la Lega in Consiglio fin dal 1993. Pensavo che tu ti fossi proposto come sindaco per impegnarti a risolvere i problemi della città, quelli vecchi che la precedente amministrazione non era riuscita a sbrogliare (si sa, non si può fare tutto,)  e quelli nuovi che si fossero presentati. 
Bene: quale è il risultato dopo la tua elezione? Ad ogni problema che incontri, anziché darti da fare per risolverlo, ti dai da fare per incolpare il tuo predecessore e/o la sua giunta. Ma ti pare una cosa seria? E’ questo che si aspetta da te la gente? Io credo proprio di no, soprattutto perché, a proposito stavolta del problema delle Scuole Superiori, le carte - purtroppo per te e per la Provincia - ci sono e accusano non il Comune e chi lo amministrava, che ha perfino regalato il terreno alla Provincia pur di fare la scuola, ma accusano la Provincia stessa, che dopo aver deliberato nel 2007 una spesa di 5.300.000€ che – se impegnati - a quest’ora avrebbero chiuso definitivamente un problema che la vede ogni giorno sotto attacco, li ha cancellati.  Intanto hanno temporeggiato, hanno presentato uno studio che i Vigili del Fuoco hanno bocciato per carenze e hanno poi aspettato che la sottoscritta finisse il suo mandato! Neanche la palestra hanno fatto, e l’unica scuola realizzata in 10 anni è ancora un’incompiuta! Chiedi pure a un tuo attuale consigliere che all’epoca era consigliere provinciale della Lega: potrebbe raccontare anche degli incontri congiunti - Consiglieri provinciali e Giunta castellana - con l’assessore della Provincia. A fine mandato, ci ha ricevuto perfino il Presidente che, alla proposta di un consigliere Provinciale del Pdl di rivedere alla base tutto il Polo scolastico castellano, non ha dato seguito con nessun parere formale, lettera o delibera.
Mi domando, a dire la verità, perché anziché replicare a me sul giornale, non hai risposto venerdì a Tiziano Rizzi, genitore ed ex consigliere di “Vivere”,  che era presente all’incontro del Liceo, che conosce molto bene la situazione  e che aveva espresso lì le critiche alla Provincia. Mah!
Purtroppo l’amara realtà è questa: i tanti sforzi da parte del Comune di Castelfranco hanno prodotto le risposte trevigiane che sono sotto gli occhi di tutti. Questi sono i fatti, tutto il resto è fantasia, lasciamola ai bambini e diamoci da fare perché finalmente la Provincia realizzi almeno quella piccola parte di piano scolastico che può completare l’Istituto Nightingale, non ancora finito, e dia spazi dignitosi al Liceo Giorgione!

Maria Gomierato, ex sindaco di Castelfranco V.